Era il 1966, quando nonno Giuseppe decise di ritirarsi a vivere in campagna. Sui Colli di Spessa, vicino a Cividale del Friuli, c’era un edificio fortificato in vendita: il castello di Sant’Anna. Il nonno se ne innamorò e, dopo avere ottenuto il consenso di nonna Pia, lo comperò.
Io il nonno lo ricordo così: seduto alla guida del suo trattore Fiat, che avanza tra i filari, felice. Negli anni in cui si abbandonava la campagna, lui decise invece di fare il contadino.
Il vino per il nonno era condivisione
La storia della nostra azienda nasce dal desiderio di fare del buon vino da bere insieme agli amici.
Agli antichi vigneti che circondavano il castello, il nonno ne aggiunse di nuovi e attrezzò una cantina con la migliore tecnologia dell’epoca.
Ricordo ancora le grandi botti di rovere di Slavonia che, a me bambino, apparivano bellissime.
Nel 1992 venne completata la prima cantina con impianti tecnologici all’avanguardia.
Nel frattempo, la superficie aziendale fu ampliata agli attuali sette ettari, parzialmente piantati a ritocchino, con una densità di oltre 7000 piante per ettaro.
Una scelta naturale
Il vino si fa prima di tutto in vigna, attraverso scelte quotidiane sulla conduzione dei vigneti. Non esistono scorciatoie. Questa idea mi ha portato a scegliere il biologico.
In cantina i processi devono essere rispettosi della materia prima, quindi non effettuiamo chiarifiche e filtrazioni. La maturazione avviene naturalmente, in legno per i vini rossi e in acciaio per i bianchi. Schioppettino, il Pignolo, il Refosco dal peduncolo rosso, la Ribolla gialla, il Friulano, ma anche varietà internazionali, ormai naturalizzate, come il Sauvignon, il Pinot grigio, il Merlot, il Cabernet franc, il Pinot nero.
Il tempo porta il vino a raggiungere il suo equilibrio. Quando all’assaggio, esprime le sue migliori caratteristiche, è pronto per essere finalmente condiviso con gli amici.